8. L'occasione promessa.


Buongiorno, mi chiamo Andrea Martucci.
Salve! Sono Martucci Andrea...
Ciao, sono Andrea! Si, Martucci, quello della ricerca. Si.

Si un cazzo! Finto come una banconota da 7 euro.

Da che parte la si girasse, appariva sempre come un impacciato modo di darsi delle arie di disinvoltura. Cosa, direte voi.
Ma la mia telefonata al cimitero di Piacenza!

"Salve, come posso aiutarla?"
Dannazione, a rispondere fu una voce di bravo ragazzo affabile ed educato. Se capite cosa intendo, non era quella voce esattamente la mia fonte principale di beata truffaldinaggine, in un momento come quello. Una vecchia antipatica, quella sì, e con un piede nella fossa (appropriato, visto il lavoro), e trasformarmi nell'austero ricercatore universitario Professor Martucci sarebbe stato un invito a nozze.
Ma dovetti fronteggiare quel disarmante boyscout tutto ansioso di darmi una mano. Ebbene, in fin dei conti chi ero io per deluderlo?
"Volevo alcune informazioni relative ad una certa cappella..."
"Qual è il suo grado di parentela?"
"Uh. Uh." bisbigliai cercando di trovare una risposta credibile e sostenibile.
"Nessun grado di parentela" sospirai, inutile errabondo e fasullo.
"Sono un laureando e sto cercando di portare avanti una tesi di ricerca su Ernesto Maria Pasquali, e mi chiedevo se potesse in qualche modo convalidare alcune informazioni su di lui. Date di nascita e altri particolari..."
"Io purtroppo non potrei aiutarla - ti prego, pensai, almeno dammi del tu che quest'aura di finto spessore mi disintegra!- non potrei aiutarla ma visto che si tratta di una ricerca universitaria...farò un'eccezione."
Forse era lì a sorridere benevolo, l'interlocutore telefonico. Per me trattavasi di chiaro intervento divino, e l'aureo telefonista cominciò a sciorinare una fitta lista di "nato a-morto il" per una mezza dozzina di parenti. Il germoglio stava diventando albero. Genealogico. In un attimo la mia curiosità testarda cancellava l'onta di un decennio di vasi di rosmarino comprati e lasciati essiccare impietosamente al sole. Ma non finiva lì.
La lista confermava e accresceva la mole di dati familiari, ma per ora lasciava intatti i dettagli utili al proseguimento della ricerca. Che dettagli cercassi? Un nome e un cognome di un erede.
Lo chiesi ed ebbi una risposta parziale: si, c'è, mi disse il tipo, e aggiunse il nome di un comune lombardo.Se c'era una speranza al mondo di avere delle risposte ai miei interrogativi, era da quella persona che dipendeva tutto quanto. "Lassù qualcuno si è distratto" pensai. (continua)

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