Oggi, con il vostro permesso, vi porto in un posto a cui sono molto legato. Io vengo dalla borgata, per me mura imbrattate, cocci di bottiglie di birra, cassonetti incendiati e altre installazioni degli artisti metropolitani più ritrosi sono lo scenario più abituale di questo e altri mondi. Ma, ormai avvezzo a questo sfoggio di arte contemporanea, rivolgo spesso le mie attenzioni verso manifestazioni di stampo più classico, come questo grande albero sul raccordo. Mi ci rifugio di tanto in tanto, ed è come andare a trovare un vecchio, silenzioso amico. Che ti parla mostrandoti nei particolari i dettagli della vita divisa in quattro stagioni. Si, direte voi, ma nella foto il raccordo non si vede. Eppure c'è. Proprio come la mia storia su Pasquali: non si vede ancora, ma c'è. Oggi volevo pensare a questo, mentre ero arrampicato lassù. Cosa avrà significato per Pasquali assorbire le sue emozioni? E cosa sarà rimasto di quei momenti? Sta di fatto che parlare di un personaggio così distante da sè può dare da pensare.
Sentivo un pizzicorio nella testa. Era un pensiero: "E se lui non volesse che m'impicciassi dei fatti suoi?"
Mi riempii gli occhi di quel panorama e con quella forza dentro le mani me ne tornai a casa rilassato, ma pieno di dubbi. La parentesi intimista è finita, da domani mi rimbocco le maniche e cerco di capire a che titolo potrò telefonare al cimitero di Piacenza, spacciarmi per un lontano parente e chiedere se sanno dove posso rintracciare il referente della tomba. La tomba della famiglia Pasquali, in quella che viene chiamata l' Ala Ovest. (continua)
Mi riempii gli occhi di quel panorama e con quella forza dentro le mani me ne tornai a casa rilassato, ma pieno di dubbi. La parentesi intimista è finita, da domani mi rimbocco le maniche e cerco di capire a che titolo potrò telefonare al cimitero di Piacenza, spacciarmi per un lontano parente e chiedere se sanno dove posso rintracciare il referente della tomba. La tomba della famiglia Pasquali, in quella che viene chiamata l' Ala Ovest. (continua)