tag:blogger.com,1999:blog-46515839632532784542023-11-16T12:01:38.467+01:00COME IL VENTO FRA LE MURAla vera storia di Ernesto Maria Pasquali, raccontata dal cacciatore di leggende Andrea Martucci.Garage32http://www.blogger.com/profile/16493167623383301302noreply@blogger.comBlogger10125tag:blogger.com,1999:blog-4651583963253278454.post-251261427964197402010-08-05T20:47:00.004+02:002010-08-05T23:36:53.862+02:009. Pezzi di storia in la minore.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHuZo2NZS7BuxnlEO_t6VFJUq8RFv3RSwUhEXgthhwUU-2W5tCX6JgafkkbLHKPFuvXBvLjiAkfLcOGg0Uyp_C38QgV4uBpt85qStc1d7myR-CtPBxQn5otu9fOnauarkDoMPVUaC-zIc/s1600/tavolo+studio+andrea+martucci.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 400px; height: 322px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHuZo2NZS7BuxnlEO_t6VFJUq8RFv3RSwUhEXgthhwUU-2W5tCX6JgafkkbLHKPFuvXBvLjiAkfLcOGg0Uyp_C38QgV4uBpt85qStc1d7myR-CtPBxQn5otu9fOnauarkDoMPVUaC-zIc/s400/tavolo+studio+andrea+martucci.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5502010724037930546" border="0" /></a><br /><span style="font-family:courier new;"><span style="font-style: italic;font-family:trebuchet ms;" >"Frammenti d'infinitesimale pulviscolo</span> <span style="font-style: italic;font-family:trebuchet ms;" >nell'antro della mia mente vivono</span> <span style="font-style: italic;font-family:trebuchet ms;" >di luce tagliente: quale sia la provenienza</span> <span style="font-style: italic;font-family:trebuchet ms;" >poco m'importa."</span><br /><br /><span style="font-style: italic;font-size:85%;" >A. Martucci, "Materie grige e materie a colori", Corbaccio</span> </span><br /><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-family:courier new;">Vagheggiavo alla beatomè pensando alla fortunata lettrice che, aprendo una pagina a caso del mio esordio letterario (quando questo sarebbe stato dato alle stampe), si sarebbe imbattuta nelle mie liriche da poeta underground capitolino, vagheggiavo, ed</span><span style="font-family:courier new;"> erano queste le esatte parole che ronzavano nel frutteto incostante dei miei pensieri, proprio queste e non altre, ed infine conclusi che non necessariamente doveva ricercarsi nella poesia il mio primo successo editoriale. Forse il diario di una ricerca profonda sul carattere umano, versione romanzata di un'esperienza realmente condotta dall'autore: io.</span><br /><br /><span style="font-family:courier new;">Ma mentre la storia di Ernesto Maria Pasquali suggeriva molte mete diverse, continuava a non fornire indicazione alcuna sul come raggiungerle. Ma la telefonata al cimitero mi aveva dato una possibilità, bisognava coglierla e contattare in qualche modo il ramo della famiglia spostatosi nel milanese.</span><br /><span style="font-family:courier new;">Consultato l'elenco telefonico con rudezza alla Philip Marlowe, composi il numero con fare alla Sam Spade, ma seppi a malapena bucare l'acqua come uno scalcinato Jeffrey Lebowski, alle prese con una serie di brutti trip. Difatti il Pasquali del quale mi misi sulle tracce non era reperibile in nessun modo. Nessuno che rispondesse al telefono, nessuno che andasse a controllare la cassetta delle lettere, e aggiungerei anche nessuna cassetta delle lettere, visto che la mia presentazione tornò presto da me per "mittente inesistente o irreperibile". Era come sbirciare un istante dentro casa del pioniere, prima che la finestra si chiudesse sbattuta dal vento.</span><span style="font-family:courier new;"><br />Sgranocchiando fastidio con rassegnazione, pensai bene di non rabbuiarmi e provare a riflettere meglio.</span><br /><span style="font-family:courier new;">Le ricerche anagrafiche canoniche non erano state ancora esaurite, e alcune fonti suggerivano che i Pasquali, rimasti orfani nel 1919, si spostarono con la madre a Milano nei primi anni Venti. </span><br /><span style="font-family:courier new;">Sollecitata una risposta dall'anagrafe milanese, sfogliai con ostentata insoddisfazione la cartella contenente il materiale finora raccolto sul mio protagonista. Poche pagine fotocopiate da libri e ritagli d'epoca. Non bastavano nemmeno per una scheda biografica approfondita, ma... a guardar bene, stavano crescendo. E un tiepido ottimismo mi regalò la visione che quella cartella tra poco avrebbe dovuto far spazio a qualcosa di speciale, qualcosa che per quasi novant'anni era rimasta nascosta da luci e ombre del XX° secolo, da sguardi curiosi e passaggi di mano. Degli<span style="font-style: italic;"> inediti</span>.</span><br /><span style="font-family:courier new;">Se le strade non portavano a nulla era solo perchè ero nel pieno della fase selettiva: si chiudevano le piste sbagliate e rimanevano in gioco quelle nella quale si nascondeva quella giusta. Quella che avrebbe risposto alle mie domande: chi fu davvero Ernesto Maria Pasquali? Quali furono i suoi sogni e quali di questi diventarono realtà? Cosa successe nei suoi ultimi mesi di vita?</span><br /><span style="font-family:courier new;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-style: italic;">(continua)</span></span></span><br /></div><span style="font-family:courier new;"><br /></span>Garage32http://www.blogger.com/profile/16493167623383301302noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4651583963253278454.post-31311263432899605702010-06-16T00:21:00.005+02:002010-06-16T01:51:35.892+02:008. L'occasione promessa.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiplXj9T2-LYvS3uzNrwBUtZhrb7fiXR8Pc0Z074iGSDQIC0ZA0Tqk7AyPLsgPZklitEDXbNgsdR-VOmbQjZDBCbnQbv9qhSw7kUrsYSshypLHRPbbf_Hl3brKIXEvv4z1iPzyKtknAHzk/s1600/foto+su+parete.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 400px; height: 235px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiplXj9T2-LYvS3uzNrwBUtZhrb7fiXR8Pc0Z074iGSDQIC0ZA0Tqk7AyPLsgPZklitEDXbNgsdR-VOmbQjZDBCbnQbv9qhSw7kUrsYSshypLHRPbbf_Hl3brKIXEvv4z1iPzyKtknAHzk/s400/foto+su+parete.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5483151926596531986" border="0" /></a><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-family:courier new;">Buongiorno, mi chiamo Andrea Martucci. </span><br /><span style="font-family:courier new;">Salve! Sono Martucci Andrea...</span><br /><span style="font-family:courier new;">Ciao, sono Andrea! Si, Martucci, quello della ricerca. Si.</span><br /><br /><span style="font-family: courier new; font-style: italic;">Si un cazzo!</span><span style="font-style: italic;"> </span><span style="font-family: courier new; font-style: italic;">Finto come una banconota da 7 euro.</span><br /><br /><span style="font-family:courier new;">Da che parte la si girasse, appariva sempre come un impacciato modo di darsi delle arie di disinvoltura. Cosa, direte voi.</span><br /><span style="font-family:courier new;">Ma la mia telefonata al cimitero di Piacenza!</span><br /><span style="font-family:courier new;"></span><br /><span style="font-family:courier new;">"Salve, come posso aiutarla?"</span><br /><span style="font-family:courier new;">Dannazione, a rispondere fu una voce di bravo ragazzo affabile ed educato. Se capite cosa intendo, non era quella voce esattamente la mia fonte principale di beata truffaldinaggine, in un momento come quello. Una vecchia antipatica, quella sì, e con un piede nella fossa (appropriato, visto il lavoro), e trasformarmi nell'austero ricercatore universitario Professor Martucci sarebbe stato un invito a nozze.</span><br /><span style="font-family:courier new;">Ma dovetti fronteggiare quel disarmante boyscout tutto ansioso di darmi una mano. Ebbene, in fin dei conti chi ero io per deluderlo?</span><br /><span style="font-family:courier new;">"Volevo alcune informazioni relative ad una certa cappella..."</span><br /><span style="font-family:courier new;">"Qual è il suo grado di parentela?"</span><br /><span style="font-family:courier new;">"Uh. Uh." bisbigliai cercando di trovare una risposta credibile e sostenibile.</span><br /><span style="font-family:courier new;">"Nessun grado di parentela" sospirai, inutile errabondo e fasullo.</span><br /><span style="font-family:courier new;">"Sono un laureando e sto cercando di portare avanti una tesi di ricerca su Ernesto Maria Pasquali, e mi chiedevo se potesse in qualche modo convalidare alcune informazioni su di lui. Date di nascita e altri particolari..."</span><br /><span style="font-family:courier new;">"Io purtroppo non potrei aiutarla - ti prego, pensai, almeno dammi del tu che quest'aura di finto spessore mi disintegra!- non potrei aiutarla ma visto che si tratta di una ricerca universitaria...farò un'eccezione."</span><br /><span style="font-family:courier new;">Forse era lì a sorridere benevolo, l'interlocutore telefonico. Per me trattavasi di chiaro intervento divino, e l'aureo telefonista cominciò a sciorinare una fitta lista di "nato a-morto il" per una mezza dozzina di parenti. Il germoglio stava diventando albero. Genealogico. In un attimo la mia curiosità testarda cancellava l'onta di un decennio di vasi di rosmarino comprati e lasciati essiccare impietosamente al sole. Ma non finiva lì.</span><br /><span style="font-family:courier new;">La lista confermava e accresceva la mole di dati familiari, ma per ora lasciava intatti i dettagli utili al proseguimento della ricerca. Che dettagli cercassi? Un nome e un cognome di un erede.</span><br /><span style="font-family:courier new;">Lo chiesi ed ebbi una risposta parziale: si, c'è, mi disse il tipo, e aggiunse il nome di un comune lombardo.</span><span style="font-family:courier new;">Se c'era una speranza al mondo di avere delle risposte ai miei interrogativi, era da quella persona che dipendeva tutto quanto.</span><span style="font-family:courier new;"> "Lassù qualcuno si è distratto" pensai. <span style="font-size:78%;">(continua)</span></span><br /><span style="font-family:courier new;"></span></div>Garage32http://www.blogger.com/profile/16493167623383301302noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4651583963253278454.post-14993431559473751782010-06-04T23:59:00.004+02:002010-06-05T00:16:18.275+02:007. De divagantis errabondi arboreum borgatarum.<div style="text-align: justify;"><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2q-BHQKMrDOMrNnLARgZgQqYapm6YR9sv-TsPXga-shdBJrQoo_WBIVFJSO9yVKBZBJpyHbds2re6AWIl83VOoEUZfyOsXRHBwqUYt8GexkPf8ktdd2I7ah1dw40LDpqElCAVMQrleMg/s1600/DSCN2541.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 400px; height: 225px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2q-BHQKMrDOMrNnLARgZgQqYapm6YR9sv-TsPXga-shdBJrQoo_WBIVFJSO9yVKBZBJpyHbds2re6AWIl83VOoEUZfyOsXRHBwqUYt8GexkPf8ktdd2I7ah1dw40LDpqElCAVMQrleMg/s400/DSCN2541.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5479045717496435778" border="0" /></a><span style="font-family:courier new;">Oggi, con il vostro permesso, vi porto in un posto a cui sono molto legato. Io vengo dalla borgata, per me mura imbrattate, cocci di bottiglie di birra, cassonetti incendiati e altre installazioni degli artisti metropolitani più ritrosi sono lo scenario più abituale di questo e altri mondi. Ma, ormai avvezzo a questo sfoggio di arte contemporanea, rivolgo spesso le mie attenzioni verso manifestazioni di stampo più classico, come questo grande albero sul raccordo. Mi ci rifugio di tanto in tanto, ed è come andare a trovare un vecchio, silenzioso amico. Che ti parla mostrandoti nei particolari i dettagli della vita divisa in quattro stagioni. Si, direte voi, ma nella foto il raccordo non si vede. Eppure c'è. <span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Proprio come la mia storia su Pasquali: non si vede ancora, ma c'è</span>. Oggi volevo pensare a questo, mentre ero arrampicato lassù. Cosa avrà significato per Pasquali assorbire le sue emozioni? E cosa sarà rimasto di quei momenti? Sta di fatto che parlare di un personaggio così distante da sè può dare da pensare.</span><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family:courier new;">Sentivo un pizzicorio nella testa. Era un pensiero: <span style="font-weight: bold;">"E se lui </span><span style="font-style: italic; font-weight: bold;">non volesse</span><span style="font-weight: bold;"> che m'impicciassi dei fatti suoi?"</span> </span><br /><span style="font-family:courier new;">Mi riempii gli occhi di quel panorama e con quella forza dentro le mani me ne tornai a casa rilassato, ma pieno di dubbi. La parentesi intimista è finita, da domani mi rimbocco le maniche e cerco di capire a che titolo potrò telefonare al cimitero di Piacenza, spacciarmi per un lontano parente e chiedere se sanno dove posso rintracciare il referente della tomba. La tomba della famiglia Pasquali, in quella che viene chiamata l' Ala Ovest. <span style="font-size:78%;">(continua)</span></span><br /></div>Garage32http://www.blogger.com/profile/16493167623383301302noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4651583963253278454.post-22103074096061033932010-06-01T10:29:00.004+02:002010-06-01T10:43:04.062+02:00"Come il vento fra le mura" in onda su Hollywood Party<div style="text-align: center;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dzNStFh7Y2DcExYpjzd2mpTaEffJAl60Jxj40NY1UqkO5U16G3hXIAcEzw0Iwvl9rWQCr0FqQ2S3JehcHQEhw' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe> <span style="font-family: courier new;"></span><br /><span style="font-family: courier new;"></span></div><span style="font-family: courier new;">Visto che questa storia diventerà un film, e come per ogni opera l'invisibilità equivale alla non esistenza, ecco inaugurata la nostra rassegna stampa con una simpatica intervista telefonica all'interno della trasmissione radiofonica "Hollyood Party", registrata il 23 maggio scorso</span>. <span style="font-family: courier new;">Grazie a Steve Della Casa e Enrico Magrelli possiamo dire che finalmente il progetto è stato sdoganato! Buon ascolto dal vostro Martucci.</span>Garage32http://www.blogger.com/profile/16493167623383301302noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4651583963253278454.post-90994785372697863492010-05-31T17:22:00.007+02:002010-06-05T00:17:20.748+02:006. La storia sussurrata.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8U0KKe2v-D1n1c0GYFHzBVf5K1mtUHgudEcH1qrMG6TLO8USWFpmxgGM3Fl_2Ctb2GwfY62jApZY1OGUIkEVmEv0iySDsrcOT3LtKKdgOtHoQSDdDrnLRjOuZuuP9H1ajlEWCX1CU5Mk/s1600/didascalia+muta+storia+mai+raccontata+etc.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 400px; height: 233px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8U0KKe2v-D1n1c0GYFHzBVf5K1mtUHgudEcH1qrMG6TLO8USWFpmxgGM3Fl_2Ctb2GwfY62jApZY1OGUIkEVmEv0iySDsrcOT3LtKKdgOtHoQSDdDrnLRjOuZuuP9H1ajlEWCX1CU5Mk/s400/didascalia+muta+storia+mai+raccontata+etc.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5479046104436868450" border="0" /></a><br /><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-family:courier new;"><span style="font-family:courier new;">Lista di cose da fare di Andrea Martucci<br />-che sarei io- :<br /><br /><span style="font-size:85%;">1) pagare bolletta dell'elettricità (scaduta da due settimane)<br />2) lavatrice<br />3) ingrassare la catena della bicicletta<br />3) comprare biografia Jack Kerouac.</span><br />4) <span style="font-weight: bold;">scoprire quali pensieri si scuotevano dentro Ernesto Maria Pasquali.</span><br /><br />Si, perchè se anche la ricerca biografica, seppure tra cigolii e ostacoli, iniziava a tratteggiare le tappe del produttore e regista, essa si arrestava impotente di fronte all'impossibilità di mostrarene il carattere, le debolezze e infine i sogni del giovane intellettuale.<br />Nelle nebbie del tempo erano gli aneddoti a farla da padrone, ma quale storico avrebbe potuto basare una ricerca su di essi?<br /><br />"Ah si? E dov'erano tutti quando c'era ancora la possibilità di rintracciare qualche testimone, di raccogliere le carte e i documenti, di preservare i suoi film?" pensai.<br />Crogiolandomi nella mia impertinenza, decisi che se nessun altro in tanti anni aveva pensato di raccontare la sua storia, <span style="font-style: italic;">forse potevo provarci io</span>.<br />La storia di Pasquali! L'articolo del suo amico Giuseppe Gallico era lì che aspettava di raccontarla.<br />Persa la mamma a undici anni, Ernesto fu spedito in collegio ad Aosta. Un ambiente severo, tutto uniformi e saluti in coro, niente di particolarmente attraente agli occhi di un bambino indemoniato. Poi il trasferimento dallo zio deputato, a Torino. Poche decine di chilometri più a sud, geograficamente, ma per il suo spirito...fu un viaggio rivoluzionario!<br />Stregato dalla vita culturale della ex capitale sabauda, diventò in pochi anni cronista per la Gazzetta del Popolo e La Stampa. Alla sua penna era demandato di raccontare non fatti maiuscoli, parate e imprese savoiarde, ma la vita di tutti i giorni: quelli che chiameremmo fatterelli, raccontini, piccoli ritratti di personaggi noti e ignoti. Torino gli sembrò una miniera di microstorie, ovunque si voltasse c'era qualcosa che reclamava la sua attenzione: le passeggiate al Parco del Valentino, gli incontri romantici tra soldati e popolane, l'osservatorio astronomico a Piazza Castello, un'escursione sul Cervino, il mercato di Porta Palazzo.<br />Occhio veloce, penna ancor di più, Pasquali scrisse qualche centinaio abbondante di articoli che pizzicavano la vita nei dettagli che agli altri giornalisti non interessavano. No di certo, loro erano semplici stenografi della realtà. Pasquali ,invece, era un <span style="font-style: italic;">autore</span>.<br />Mi fermai un momento. Avrei avuto bisogno di leggere quei giornali, ma una consultazione in emeroteca non era nemmeno lontanamente da prendere in considerazione.<br />Documenti inediti, era quel che vi voleva, altro chè! Ma non c'era nessun luccicante "Archivio Pasquali" a rivelarmi tutta la storia, e quei documenti inediti dei quali vagheggiavo l'esistenza, sembravano proprio avercela con me:<br /><span style="font-style: italic;">"Andrea Martucci</span>-mi sussurravano in ogni momento- v<span style="font-style: italic;">uoi davvero sapere come mai nessuno ha mai parlato di Pasquali? T<span style="font-weight: bold;">u trovaci, e noi ti risponderemo".</span></span><br /><br />A quel punto, le mie visioni deliranti su tutta la faccenda rivelarono uno squillante interrogativo: se non ero più il protagonista di un bel gioco, come potevo pensare di riuscire a vincere?<br /><br />Imparare qualche trucchetto mi sembrò una buona idea, e dopo qualche rimuginamento, telefonai al cimitero di Piacenza. <span style="font-size:78%;">(continua)</span><br /></span></span></div>Garage32http://www.blogger.com/profile/16493167623383301302noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4651583963253278454.post-21889939913140661452010-05-15T13:47:00.007+02:002010-05-15T17:14:29.449+02:005. Che la caccia abbia inizio.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcUp2595PA-oms6E5AkxIq2vEOZ_BmG4Nzpx5Pgonm9q4H5LiZmJas_ID9MYznljPOz-K9pmGLVGmDBiUVqyzpDxSBC3VLhJjz7Aic5WrgJFMoNLm5P9O0nwXE7XbDTf05Y5KSv89plpI/s1600/in-balcone-2.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 281px; height: 188px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcUp2595PA-oms6E5AkxIq2vEOZ_BmG4Nzpx5Pgonm9q4H5LiZmJas_ID9MYznljPOz-K9pmGLVGmDBiUVqyzpDxSBC3VLhJjz7Aic5WrgJFMoNLm5P9O0nwXE7XbDTf05Y5KSv89plpI/s200/in-balcone-2.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5471514927185852434" border="0" /></a><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-family:courier new;"><span style="font-family:courier new;">Decisamente fastidiosa, la curiosità. Ti spinge a fare cose che non avresti lontanamente concepito, e in cambio cosa ti dà? Una sicura perdita di tempo. Questo avrebbe potuto pensare un qualunque individuo con la testa ben piantata sulle spalle, ma un cacciatore di leggende come me sapeva bene che la posta in gioco era ben diversa. Pur nell'incertezza delle prime indagini, sentivo già l'aroma di qualcosa che valeva la pena raccontare.<br /><br />Ragionavo su questo mentre al telefono aspettavo conferme dall'ufficio anagrafe di Montù Beccaria, minuscolo paesino dove il nostro Ernesto Pasquali ebbe modo di nascere nel 1883.<br />"Risultano solo pochi dati, signor..."<br />"Martucci, Andrea Martucci."<br />"Ecco, vede, abbiamo nome e cognome dei genitori, e...la professione del padre: medico"<br />"Nient'altro?"<br />"Nient'altro."<br /><br />Ad una leggera smorfia di disappunto, seguì il pensiero che era pur sempre un inizio, benchè poco utile. Però forniva una precisa collocazione familiare: erano in pochi a potersi permettere studi universitari, all'epoca.<br /><br />"Salve, sono Andrea Martucci, ehm...sono un ricercatore dell'università di Roma. La chiamavo per...-e questa volta stavo disturbando la Biblioteca Nazionale di Firenze-...per domandarle se fosse possibile avere una copia del libro di Giuseppe Gallico intitolato 'Torino di ieri', e nello specifico un capitolo preciso, quello su Ernesto Maria Pasquali"<br />"Attenda in linea"<br />Non feci in tempo a prepararmi psicologicamente che era ormai troppo tardi, stavo già ascoltando la musichetta dell'attesa telefonica.<br />Mio Dio, mi chiesi, ma perchè pensano che queste odiose melodie elettroniche dovrebbero allietare l'attesa di chi è in ascolto, anzichè condurre verso inesplorati universi di paranoia, come succedeva a me?<br />Quando l'agonia ebbe fine, una voce mi comunicò le modalità per ricevere le scansioni che mi interessavano via email.<br />Perfetto!<br />Nei giorni che seguirono vissi in simbiosi con la mia casella di posta elettronica. Controllavo prima di fare colazione, e dopo aver lavato la teiera, prima di lavarmi i denti e dopo essermi allacciato le scarpe, prima di uscire dall'università e appena dopo essere rientrato a casa, prima di andare a svolgere il mio entusiasmante lavoro part-time e part-money, e...insomma, avete capito come funzionava.<br />Ma al quarto giorno l'email arrivò, e in essa alcune pagine in allegato, che svelarono inequivocabilmente che non solo la biografia di Pasquali era stata a torto trascurata da tutti (tranne che dall'autore di quel capitolo, suo amico personale), ma che eravamo in presenza di una incredibile summa di elementi narrativamente esplosivi, riuniti in una vita fin troppo breve. Era il momento di fregarsi le mani, e assaporai in anticipo quello che la ricerca avrebbe confermato poi in molte altre occasioni: il cacciatore aveva trovato la sua leggenda.<br /></span></span></div>Garage32http://www.blogger.com/profile/16493167623383301302noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4651583963253278454.post-61237629422444647472010-05-11T23:34:00.011+02:002010-05-12T14:44:13.955+02:004. Il mosaico dell'impazienza.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCw2lylz8eL-ZVstqZDDHTX52zqRuaf1HBmySDC-FLOrotxWwutdwp-6XQDEMe0EQffl25Gv5zf67IjP9r1F0wLnbFisshhhHqRMByH3uYzciwiyDzq63Q_3gc51M7S92e-rVqedWMB8M/s1600/am-con-lettera-sul-tavolo.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 293px; height: 195px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCw2lylz8eL-ZVstqZDDHTX52zqRuaf1HBmySDC-FLOrotxWwutdwp-6XQDEMe0EQffl25Gv5zf67IjP9r1F0wLnbFisshhhHqRMByH3uYzciwiyDzq63Q_3gc51M7S92e-rVqedWMB8M/s400/am-con-lettera-sul-tavolo.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5470338652061496626" border="0" /></a><br /><div face="courier new" style="text-align: justify;"><span style="font-family: courier new;">Sapete quando lividi scrosci di malumore si alternano a gelite folate di grigia vita su piccolo schermo? Ecco, è in quei momenti lì che il mio malinconico poeta interno apre il cofano delle ciglia e dà un'occhiata in cerca di ossigeno fresco. Si guarda intorno e mi suggerisce che forse è il caso di concentrarsi su qualcosa. Su </span><span style="font-style: italic; font-family: courier new;">qualunque</span><span style="font-family: courier new;"> cosa.</span><br /></div><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-family:courier new;">Ed eccomi qua. Io e il cinema muto torinese, ridotto in fotogrammi e citazioni dal tempo tiranno. E Pasquali, in tutto questo? Di lui cosa rimaneva, all'inizio della mia ricerca? </span><span style="font-family:courier new;">Molto poco, e quel poco era stato strappato in brandelli minuscoli e affidato al vento più irrequieto. E io, il Martucci, dovevo fiutare quel vento per arrivare a mettere insieme i pezzi. Una data qui, un dettaglio li, forse una foto, magari il flano di un suo film. "<span style="font-weight: bold;">La sacra Bibbia"</span>, per esempio.</span><br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgN9eZsFwR5l73R4yvMzKatDgt5ZCBRSAh_cPMPgpQsyQwhAJ19tCElzWu4A5wmEvHmDvp0rDVYO3pZxgBFncpcB2DGnT92fCbBc3tfRm_9hF2oBQrLwMZyiOIFWQxsCaI_Se5y1tXjHnU/s1600/la-sacra-bibbia.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 290px; height: 188px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgN9eZsFwR5l73R4yvMzKatDgt5ZCBRSAh_cPMPgpQsyQwhAJ19tCElzWu4A5wmEvHmDvp0rDVYO3pZxgBFncpcB2DGnT92fCbBc3tfRm_9hF2oBQrLwMZyiOIFWQxsCaI_Se5y1tXjHnU/s200/la-sacra-bibbia.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5470362910714755874" border="0" /></a><span style="font-family:courier new;">Millantato come il film più spettacolare che la cinematografia avesse mai portato alla luce. Elefanti, cammelli, migliaia di comparse, ricostruzioni storiche massicce. Il tutto urlato nel paginone centrale del più importante giornale di cinema italiano dell'epoca. E si sarebbe potuta aggiungere una bella pioggia di aggettivi, tutti quelli che si voleva, visto che quel film... non fu mai realizzato. Vi chiederete il perchè! Se è così, capirete cosa ho provato. Perchè di domande senza risposta, nella vita di Ernesto Maria Pasquali, ne avrei incontrate a stormi. E più indagavo, più rimanevo impigliato nella maglia tesa dei dettagli sfuggenti, stretta da non farmi scappare ma morbida per avvolgermi comodo. In queste storie, sapete, un cacciatore di leggende ci sguazza. Chi l'avrebbe mai detto che tutto questo sarebbe diventato un film?</span><br /></div>Garage32http://www.blogger.com/profile/16493167623383301302noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4651583963253278454.post-81435718953501586222010-05-09T15:06:00.006+02:002010-05-09T16:17:13.593+02:003. Primi indizi.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhB4h9UnG7XZaKzXMk1SGcYTHdJ7B7UkqMVbqv-xE35gwrb_fVbjl5WqUG2PXmV97RIhjfgfbMUjaxUaVMY0MXmGCzCoFy0m3WPR3v3Xpz57LcIm4ZK5tUL4FSaDJYp10ivXq3kqFzbMKk/s1600/promessi-sposi-plagio.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 400px; height: 206px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhB4h9UnG7XZaKzXMk1SGcYTHdJ7B7UkqMVbqv-xE35gwrb_fVbjl5WqUG2PXmV97RIhjfgfbMUjaxUaVMY0MXmGCzCoFy0m3WPR3v3Xpz57LcIm4ZK5tUL4FSaDJYp10ivXq3kqFzbMKk/s400/promessi-sposi-plagio.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5469271846616926450" border="0" /></a><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: courier new;font-size:180%;" >M</span><span style="font-family: courier new;">entre il giradischi suggeriva note blues, il vostro Martucci, cacciatore di leggende, s'apprestava a decidere se quella che aveva sotto il muso rientrava nella categoria citata o meno. Da pessimo giocatore di poker quale ero, non avrei avuto il naso giusto per fiutare un bluff. Eppure l'istinto mi diceva che:</span><br /><span style="font-family: courier new;">-No, non è un falso. E' vero.</span><br /><span style="font-family: courier new;">Ma qualche prova mi avrebbe fatto comodo. Prove di chi poteva essere stato Ernesto Maria Pasquali, di cosa davvero rappresentasse quella mancanza di documenti su di lui, e quel suo sorriso beffardo.</span><br /><span style="font-family: courier new;">Ci voleva qualcuno che ne sapesse più di me. Perciò interpellai un noto storico del cinema muto in cerca di vaghe conferme e nuove tracce. Le indagini preliminari erano dunque iniziate, e quando un plico ricolmo di fotocopie e informazioni approdò finalmente nella mia cassetta delle lettere, tra bollette e pubblicità di supermercati, ebbi finalmente a che fare con un tangibile segno di leggenda. Quell'odore narcotico, tra l'adrenalina e la benzina, tra il viaggio e il sospetto, che quando lo respiri non puoi più far finta di niente.</span><br /><span style="font-family: courier new;">Gli indizi nel plico dicevano che Pasquali era un tipo brillante, e caustico, quando serviva.</span><br /><span style="font-family: courier new;">Lo provava inconfutabilmente questo sberleffo pubblicitario ai danni di Arturo Ambrosio, concorrente blasonato, e suo ex maestro.</span><br /><span style="font-family: courier new;">Suonerebbe semplicemente un'alzare la voce a ragion veduta, e finirebbe lì se non fosse che anche Ernesto Maria Pasquali ebbe l'usanza, di tanto in tanto, di "sbirciare" la produzione concorrente. E lo facevano un pò tutti. Era questo l'indizio che cercavo? La sola cosa che sembrava emergere era che avevo a che fare con un personaggio imprevedibile, ironico e pieno di sfaccettature, e sicuramente diverso dai suoi compassati e baffuti contemporanei. Doveva bastarmi per prendere una decisione? Non ancora. Volevo assaggiare un boccone più saporito prima di capire se era questa la leggenda che cercavo.</span><br /></div>Garage32http://www.blogger.com/profile/16493167623383301302noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4651583963253278454.post-2034629177935308742010-05-08T10:17:00.005+02:002010-05-09T16:05:45.041+02:002. L'epitaffio ribelle.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLbMJFZ82UrnYrUYvBe3I9zGbvLEPVE-xogrxLYfB3kIIM2fTUdmic-tt1VexPn5fSLjvt4pRkghWTgWspRBLtmQoR6CqofZWdGPc6I7w02KMjhGIf44w0FRCVmVgfNilLnG_TH0ANK64/s1600/ernesto-posato-serio.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 256px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLbMJFZ82UrnYrUYvBe3I9zGbvLEPVE-xogrxLYfB3kIIM2fTUdmic-tt1VexPn5fSLjvt4pRkghWTgWspRBLtmQoR6CqofZWdGPc6I7w02KMjhGIf44w0FRCVmVgfNilLnG_TH0ANK64/s320/ernesto-posato-serio.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5469270756229801394" border="0" /></a><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-family:courier new;"><span style="font-size:180%;">"D</span>a qualche parte bisognerà pur cominciare" mi dissi, ed eccomi triste e curvo sui libri specifici di storia del cinema muto, solo e ramingo negli angoli delle videoteche dove non batteva mai il sole. Sbadigliavo al solo pensiero di sorbirmi noiosi drammoni in costume, o comiche che non fanno più ridere, con l'immancabile solfa d'accompagnamento suonata meccanicamante da un pianista frustrato, all'epoca assediato da un pubblico di bifolchi, semianalfabeti, e ragazzini vocianti. Speravo di chiudere il capitolo "tesi" nel più breve arco di tempo. "Dacci dentro Andrea, e poi potrai finalmente scrivere il tuo libro intervista a Godard" come Truffaut fece con Hitchcock.</span><br /><span style="font-family:courier new;">Tutto sembrava presagirlo, anche il silenzio di Godard nei miei confronti (è una persona scrupolosa- mi dicevo - starà sicuramente riordinando le idee in attesa di venire intervistato dal qui presente A.M.), quando inaspettatamente venne fuori <span style="font-style: italic;">lui. </span>Sbucato fuori dalla polvere della storia, con uno sguardo brillante, istrionico, e...se non avessi creduto di esagerare...l'avrei definito <span style="font-style: italic;">di sfida</span>. Ma di sfida a chi? Non certo a me, che dovevoIl compilare una nota biografica, mica affrontare un duello.</span><br /><span style="font-family:courier new;"><span style="font-style: italic; font-weight: bold;">"Ernesto Maria Pasquali, produttore cinematografico, nato nel 1883, morto nel 1919"</span>. Un piccolo appunto, che sembrava pretendere un approfondimento che non gli stavo concedendo. Come l'avrei messa con quello sguardo fiero, sicuro di se, incurante del fatto che rappresentasse ormai poco più di un epitaffio scolorito? Rimasi senza risposta. L'indifferenza, per quella volta, l'ultima forse, ebbe la meglio: voltare pagina, scrivere, sottolineare, e sbadigliare. Il mio lavoro proseguì, e non potei non pensare che presto un relatore avrebbe potuto fregarsi le mani prima di appropriarsi di un lavoro altrui. Il mio.</span><br /></div>Garage32http://www.blogger.com/profile/16493167623383301302noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4651583963253278454.post-54341938110705468992010-05-07T17:06:00.008+02:002010-05-09T16:00:57.776+02:001. Orme sulla neve.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7wL3TI_d7BprIWzyxQRwlepwkhrH2qdXZFZl-uTs6IDJcJzqCUuCX0zFzxSRqLAQB5MBWy7xKQ4m1qYPjd3h4QNDNYvx1amdKskhyIXrXFRsxDq4Sl3xNmzmhjI57KmemIqUU-bvki4E/s1600/andrea+martucci+in+cucina.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 320px; height: 186px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7wL3TI_d7BprIWzyxQRwlepwkhrH2qdXZFZl-uTs6IDJcJzqCUuCX0zFzxSRqLAQB5MBWy7xKQ4m1qYPjd3h4QNDNYvx1amdKskhyIXrXFRsxDq4Sl3xNmzmhjI57KmemIqUU-bvki4E/s320/andrea+martucci+in+cucina.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5469269816095705522" border="0" /></a><span style="font-family:courier new;"><span style="font-size:180%;">M</span>i chiamo Andrea Martucci, e questa che leggerete è davvero una strana storia. Non pensavo avrei mai avuto il bisogno di doverla raccontare in giro, ma è stato più forte di me. Tutto è cominciato quando, superato l'ultimo maledetto esame universitario (e che dio benedica il 22!), ho iniziato a pensare all'argomento della mia tesi di laurea.</span><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-family:courier new;">Nello stesso momento ci ha pensato anche il mio relatore, ed era forse in vena di scherzi: -Martucci, che ne dice del </span><span style="font-style: italic;font-family:courier new;" >cinema muto torinese</span><span style="font-family:courier new;">! </span><br /><span style="font-family:courier new;">Coooosa? A me, innamorato non corrisposto di Godard e della Nouvelle Vague?</span><br /><span style="font-family:courier new;">Parla proprio con questo Martucci, l'aspirante Kerouac?</span><br /><span style="font-family:courier new;">Ma, ligio al dovere (che quando chiama bisognerà pure che qualcuno gli risponda) ho risposto come Garibaldi: -Sono uso ad obbedir tacendo.</span><br /><span style="font-family:courier new;">Cinema muto torinese. Ovvero Pastrone, Cabiria & C. Roba dimenticata, polverosa, sciolta nella memoria. Come un'orma sulla neve. Eppure, era questo e nient'altro che il destino aveva in serbo per me. Vi dirò...la strada è stata tortuosa ma ricca di sorprese. Come la storia di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Ernesto_Maria_Pasquali">Ernesto Maria Pasquali</a>. E questo che leggerete ne è il fedele ma romanzato racconto.</span></div>Garage32http://www.blogger.com/profile/16493167623383301302noreply@blogger.com0