9. Pezzi di storia in la minore.


"Frammenti d'infinitesimale pulviscolo nell'antro della mia mente vivono di luce tagliente: quale sia la provenienza poco m'importa."

A. Martucci, "Materie grige e materie a colori", Corbaccio


Vagheggiavo alla beatomè pensando alla fortunata lettrice che, aprendo una pagina a caso del mio esordio letterario (quando questo sarebbe stato dato alle stampe), si sarebbe imbattuta nelle mie liriche da poeta underground capitolino, vagheggiavo, ed erano queste le esatte parole che ronzavano nel frutteto incostante dei miei pensieri, proprio queste e non altre, ed infine conclusi che non necessariamente doveva ricercarsi nella poesia il mio primo successo editoriale. Forse il diario di una ricerca profonda sul carattere umano, versione romanzata di un'esperienza realmente condotta dall'autore: io.

Ma mentre la storia di Ernesto Maria Pasquali suggeriva molte mete diverse, continuava a non fornire indicazione alcuna sul come raggiungerle. Ma la telefonata al cimitero mi aveva dato una possibilità, bisognava coglierla e contattare in qualche modo il ramo della famiglia spostatosi nel milanese.
Consultato l'elenco telefonico con rudezza alla Philip Marlowe, composi il numero con fare alla Sam Spade, ma seppi a malapena bucare l'acqua come uno scalcinato Jeffrey Lebowski, alle prese con una serie di brutti trip. Difatti il Pasquali del quale mi misi sulle tracce non era reperibile in nessun modo. Nessuno che rispondesse al telefono, nessuno che andasse a controllare la cassetta delle lettere, e aggiungerei anche nessuna cassetta delle lettere, visto che la mia presentazione tornò presto da me per "mittente inesistente o irreperibile". Era come sbirciare un istante dentro casa del pioniere, prima che la finestra si chiudesse sbattuta dal vento.
Sgranocchiando fastidio con rassegnazione, pensai bene di non rabbuiarmi e provare a riflettere meglio.

Le ricerche anagrafiche canoniche non erano state ancora esaurite, e alcune fonti suggerivano che i Pasquali, rimasti orfani nel 1919, si spostarono con la madre a Milano nei primi anni Venti.
Sollecitata una risposta dall'anagrafe milanese, sfogliai con ostentata insoddisfazione la cartella contenente il materiale finora raccolto sul mio protagonista. Poche pagine fotocopiate da libri e ritagli d'epoca. Non bastavano nemmeno per una scheda biografica approfondita, ma... a guardar bene, stavano crescendo. E un tiepido ottimismo mi regalò la visione che quella cartella tra poco avrebbe dovuto far spazio a qualcosa di speciale, qualcosa che per quasi novant'anni era rimasta nascosta da luci e ombre del XX° secolo, da sguardi curiosi e passaggi di mano. Degli inediti.
Se le strade non portavano a nulla era solo perchè ero nel pieno della fase selettiva: si chiudevano le piste sbagliate e rimanevano in gioco quelle nella quale si nascondeva quella giusta. Quella che avrebbe risposto alle mie domande: chi fu davvero Ernesto Maria Pasquali? Quali furono i suoi sogni e quali di questi diventarono realtà? Cosa successe nei suoi ultimi mesi di vita?
(continua)