1. Orme sulla neve.

Mi chiamo Andrea Martucci, e questa che leggerete è davvero una strana storia. Non pensavo avrei mai avuto il bisogno di doverla raccontare in giro, ma è stato più forte di me. Tutto è cominciato quando, superato l'ultimo maledetto esame universitario (e che dio benedica il 22!), ho iniziato a pensare all'argomento della mia tesi di laurea.
Nello stesso momento ci ha pensato anche il mio relatore, ed era forse in vena di scherzi: -Martucci, che ne dice del cinema muto torinese!
Coooosa? A me, innamorato non corrisposto di Godard e della Nouvelle Vague?
Parla proprio con questo Martucci, l'aspirante Kerouac?
Ma, ligio al dovere (che quando chiama bisognerà pure che qualcuno gli risponda) ho risposto come Garibaldi: -Sono uso ad obbedir tacendo.
Cinema muto torinese. Ovvero Pastrone, Cabiria & C. Roba dimenticata, polverosa, sciolta nella memoria. Come un'orma sulla neve. Eppure, era questo e nient'altro che il destino aveva in serbo per me. Vi dirò...la strada è stata tortuosa ma ricca di sorprese. Come la storia di Ernesto Maria Pasquali. E questo che leggerete ne è il fedele ma romanzato racconto.